Si chiama Milo, ma tutti lo chiamano Lenzuolino perché gira sempre con il suo piccolo lenzuolo.
Qualcuno dice che gli fa compagnia quando sente nostalgia, perché profuma di mamma.
Qualcuno invece crede che gli piaccia travestirsi da fantasma.
E invece… invece no…
Il folletto porta con sé il suo lenzuolino perché gli serve per fare molte cose.
La mattina si alza presto, attraversa il bosco di faggi e là in mezzo alla radura stende il suo lenzuolo sull’erba. Ci si sdraia sopra e attende che abbia raccolto tutte le gocce di rugiada.
Quando il sole tocca la punta del grande faggio, Milo si alza e torna a casa. Con due grosse mollette, stende il drappo sui fili tesi tra i due abeti: mentre il folletto fa colazione, il suo lenzuolo raccoglie i raggi del sole.
Se poi una brezza leggera fa svolazzare le foglie di qua e di là, Milo ne approfitta per raccogliere, con il suo lenzuolo, il fruscio del vento.
A volte, all’imbrunire, il folletto si arrampica sulla grande quercia per raccogliere le storie del vecchio gufo.
E quando cala la notte, Milo sventola dolcemente il suo lenzuolo sotto il cielo nero punteggiato d’oro: raccoglie la luce delle stelle.
Che cosa se ne farà di tutte queste cose? Vi chiederete…
Beh… provateci anche voi, con un piccolo lenzuolo, e poi la sera avvolgetevi in esso prima di addormentarvi: vi assicuro che sarà la notte più dolce che avrete mai passato e che i vostri sogni saranno strabilianti!