Adoro le fiabe. Soprattutto quelle antiche. Quelle nate nei tempi dei tempi, bagaglio culturale ed emozionale dei popoli. Nelle fiabe sono contenuti i semi della saggezza popolare, del sapere universale. Le fiabe non sono mai antiche. Trattano di temi universali e per questo sempre attuali: le relazioni sociali, le emozioni, i sentimenti, la natura umana, i valori etici.
Molto spesso diciamo che la nostra è una società senza valori. Ho sempre pensato che questo allontanamento dai valori abbia coinciso con la perdita dell’abitudine alla fiaba: nelle nostre case (e nelle scuole), le fiabe tradizionali hanno lasciato il loro posto ad albi illustrati dalla grafica spettacolare, ma che trovano apprezzamento maggiore tra gli adulti che non tra i bambini, con testi e messaggi (e talvolta le illustrazioni stesse) più adatti ad un lettore adulto. Oppure si propinano libri con illustrazioni semplici, che piacciono maggiormente ai bambini, ma dal contenuto scontato, misero, talvolta ripetitivo, che offrono poco dal punto di vista cognitivo, educativo, emotivo.
Le fiabe sono state accusate di essere poco calate nella realtà. Ma esse sono piene di bambini abbandonati nei boschi, bambini maltrattati da matrigne cattive e sorellastre invidiose, bambini prigionieri di streghe che li ingrassano per mangiarseli, bambini non voluti, non amati, bambini sperduti. I bambini delle fiabe disobbediscono sempre ai divieti: aprono tutte le porte che non dovrebbero aprire, lasciano tutte le vie che avrebbero dovuto percorrere, vanno sempre esattamente dove non dovrebbero andare, e poi si trovano in un sacco di guai…. In questo senso le fiabe parlano dei loro problemi di tutti i giorni: la solitudine, il sentirsi abbandonati, la disubbidienza, la rivalità con i fratelli, la paura…
In una forma comprensibile a tutti, parlano dunque della vita reale: della lotta per la sopravvivenza; dei sogni e degli obiettivi che si vogliono realizzare e di quante prove si devono superare; delle trasformazioni esteriori ed interiori, dei viaggi che si compiono dentro e fuori di noi per trovare il nostro tesoro; del rispetto della natura; o del rispetto della parola data; delle emozioni (dalla paura al disprezzo, dalla gioia alla malinconia, dall’insoddisfazione al coraggio); delle sfide da affrontare; del vero e del falso; del giusto e non giusto; del bene e del male, della morte e della vita.
Spesso le fiabe tradizionali sono state addolcite e modificate dall’industria editoriale e cinematografica. Molte di quelle che noi conosciamo, da Cenerentola a Rapunzel, nella loro versione originale sono molto diverse. Portano con sé archetipi, immagini e moti profondi dell’animo umano e trasmettono valori che sono andati persi nel tentativo di ammorbidire i testi.
Il potente potere magico delle fiabe è che pongono nel cuore di ciascuno dei semi che poi continuano a vivere, crescere e operare anche a distanza di tempo, dando forma alle esperienze della nostra vita.
Sono convinta che attraverso un riavvicinamento alla fiaba, quella tradizionale, si potrebbe tornare a porre nel cuore umano quei semi che consentirebbero un risveglio dei valori morali ed etici; prima di tutto all’interno della nostra famiglia, nel condominio o nel quartiere in cui viviamo, nel gruppo di amici, nella scuola… e nella nostra società.
Raccontiamo le fiabe antiche ai nostri bambini: doneremo loro un bagaglio valoriale ed etico che farà crescere il loro cuore e la loro intelligenza emotiva – affettiva – relazionale!