A qualcuno gli salta la mosca al naso. A Ercolino invece al naso gli saltavano dei mostri viscidi, verdi e appiccicosi. Era il più piccolo dei suoi fratelli, ma non per questo meno forte e vivace. Anzi, non aveva paura di niente. Si arrampicava sugli alberi più alti del giardino, si tuffava dove l’acqua era più fonda, sfidava le onde più alte; catturava ragni grossi e pelosi, dormiva da solo completamente al buio, mangiava finocchi e addirittura gli spinaci!
Forse proprio per questo quei mostri verdi amavano stare con lui, proprio perché non si sarebbe messo a urlare, come faceva invece la sua mamma ogni volta che li vedeva. Ercolino non li badava quei mostri, nemmeno si accorgeva di loro.
Non si capiva bene da dove venissero, fatto sta che gli penzolavano dalle narici, e si accomodavano placidamente sopra il labbro. Appena nati erano un po’ pallidini, dal colorito giallognolo, ma poi crescendo diventavano di un bel color verde pisello.
La mamma di Ercolino non appena li vedeva urlava: “Aiutooo!!! Vai a pulirti immediatamente!!!”. Ma lui era sempre troppo indaffarato nelle sue imprese coraggiose, così, per fare presto, si dava una bella passata con la manica della felpa. E forse era proprio per questo che non riusciva a sbarazzarsi di loro: evidentemente, piano piano, dalla maglia se ne ritornavano a penzolare dalle narici, sopra il labbro.
Fatto sta che un giorno quei mostri si moltiplicarono. E pensarono bene di tappargli il naso! Per Ercolino iniziarono i guai: con il naso tappato, non fiutò il dolce profumo della cioccolata calda, così arrivò troppo tardi in cucina, quando i suoi fratelli l’avevano già mangiata tutta! Ma quel che è peggio è che dovette rimanere in camera tutto il giorno, mentre i suoi fratelli più grandi finirono di costruire un fortino sull’albero in giardino. Poi loro ingaggiarono agguerrite battaglie per difendere il nuovo rifugio, con addosso la maschera da pirati. Ercolino invece, l’unica mascherina che indossò fu quella dell’aerosol!
Non poteva di certo andare avanti così. Doveva sbarazzarsi di quei mostri. Aveva sentito dire che per intrappolarli era sufficiente soffiarli (con il naso, non con la bocca!) dentro dei fazzoletti di carta. Non fu semplice all’inizio, ma poi il suo piano cominciò a funzionare: quei mostri si appiccicavano nei fazzoletti e pareva ci restassero. Per sicurezza li mise dentro una vecchia scatola da scarpe, e per confonderli, ci disegnò sopra un bel naso: forse così credevano di essere ancora nel suo. Da allora, sempre meno mostri penzolano dal naso di Ercolino, e lui per sicurezza, si tiene sempre un fazzoletto in tasca.