Per quanto lo si ripeta e talvolta si condanni questo aspetto, i ragazzi di oggi sono sommersi di e tra le immagini. Non sto qui a fare l’elenco di media, applicazioni eccetera. Sappiamo già. Quello che forse è opportuno ricordare è questo: quando al nostro cervello proponiamo immagini pronte e preconfezionate, lo facciamo diventare pigro. Il nostro pensiero non funziona a parole. Funziona a immagini. Chiudete gli occhi e pensate ad un vaso di fiori. Nello schermo della vostra mente non vedete apparire la scritta “vaso di fiori” (che sarebbe anche quella un’immagine), ma vedete l’immagine di un vaso con dei fiori dentro, i vostri preferiti. Propinare ai nostri ragazzi immagini di tutti i tipi, soprattutto video, è come se li mettessimo seduti in panchina: non è dalla panchina che imparano a giocare. Il cervello si sviluppa solo se è in funzione, se gioca e si allena.
Lo so, la tv è un’ottima baby sitter, come talvolta possono essere preziosi, per noi adulti, i momenti in cui possiamo dedicarci a noi stessi o alle faccende, mentre i nostri figli sono assorti davanti ad un videogioco o un cartone.
Ma sapete quanto bene fa al loro cervello leggere o ascoltare un racconto o una fiaba, senza la mediazione delle illustrazioni? Le immagini possono crearsele dentro di sé. Mettono in moto meccanismi cerebrali che ne stimolano l’intelligenza, la creatività, la fantasia, la capacità di problem solving; generano collegamenti, percepiscono assonanze, similitudini e differenze, creano, giocano con le loro stesse immagini. Ascoltano una fiaba e se la figurano a proprio modo: i personaggi e le situazioni possono anche prendere forme e connotazioni che hanno una valenza simbolica per le sfide interiori che devono affrontare.
Leggiamo ai nostri bambini. Leggiamo anche libri senza figure. Leggiamo libri ma mostriamogliele dopo le illustrazioni. Diamo loro la possibilità di figurarsele le storie, di immaginare, di creare immagini mentali. Ricordiamoci che l’immaginazione sta alla base di ogni tipo di atto creativo.